L'imperatore Dom Pedro II, durante il suo regno dal 1831 al 1889, fu una figura di spicco nella storia del paese. La sua ricchezza personale non era associata principalmente ad un'esorbitante fortuna materiale, ma piuttosto ad una vasta ricchezza culturale, intellettuale ed emotiva.
L'imperatore non era così ricco come molti pensano. La sua dotazione di bilancio annuale dal 1841 al 1889 fu di 800 réis, circa 5% del bilancio dell'impero, e circa 130 réis furono destinati ad assistere i bisognosi o restituiti al tesoro (come pensioni studentesche, diverse donazioni a individui e province, donazioni per lo stato emergenze).
Con questi fondi si pagò i viaggi, fondò tre biblioteche di palazzo, distribuì elemosine e borse di studio e sostenne i talenti letterari. Dell'Imperatrice Teresa Cristina il budget era di circa 98 réis all'anno e quello della principessa Isabel era di circa 150 réis.
“Non devo nulla e, quando contrao un debito, mi assicuro di saldarlo immediatamente e il registro di tutte le mie spese domestiche può essere esaminato in qualsiasi momento. Non accumulo denaro e credo che ciò che ricevo dall'erario sia destinato a essere speso”, scriveva Dom Pedro II.
Il suo disprezzo per il denaro non gli ha mai permesso di accumulare nemmeno qualche réis. La sua lista civica, infatti, non lo prevedeva, nonostante la sua scrupolosa cura nell'impiegarlo. Le posizioni che considerava del tutto inutili nei suoi palazzi, esistenti solo per antiche tradizioni di corte, furono gradualmente tagliate.
Così, la Guardia Imperiale degli Arcieri, creata da Dom Pedro I sulla fondazione dell'impero, fu abolita. Successivamente, molte posizioni nella casa imperiale furono rimosse, come il capo maggiordomo, il capo ciambellano, il capo e gli scudieri minori, il capo cameriera e il re d'armi. Fu abolita anche la classe effettiva del guardaroba dell'Imperatore.
Fin dalla sua giovinezza, Pedro II metteva sempre in tasca molte monete d'argento ogni volta che usciva, per poterle distribuire ai poveri e ai bisognosi che incontrava. Una volta, l'amministratore della fattoria Santa Cruz, proprietà della Corona, gli regalò un considerevole saldo di denaro, frutto di un'amministrazione onesta e laboriosa. “Soldi, non li voglio. Datelo in elemosina ai poveri, perché non voglio che si dica che sto accumulando capitali”, disse l'imperatore.
Dopo la caduta della monarchia nel 1889, una parte del bilancio annuale dell'imperatore deposto (che andò completamente in bancarotta in esilio) fu destinato ai poveri del quartiere imperiale di São Cristóvão, continuando la tradizione umanitaria di Dom Pedro II che la repubblica non osò FINE.
Riferimento: LIRA, Etere. Dom Pedro II. Brasile: Garnier, 2020.
Matheus Araújo
Matheus è un imprenditore presso Araujo Media, dove ricopre il ruolo di CEO e direttore creativo. Condivide analisi sul suo blog personale "blog.matheusaraujo.me" e sta attualmente conseguendo una laurea in Pubblicità e Propaganda. Inoltre, ha una passione per la storia, in particolare quella del Brasile, che lo ha portato a diventare fondatore e direttore del portale Brazilian History.